Mastorna chi

Famiglia Mastorna? E chi è Mastorna? Da dove deriva questo nome?

Spesso noi della Famiglia Mastorna ci sentiamo fare questa domanda e dobbiamo raccontare ogni volta una storia lunga (ma bellissima) che parla di un film che si doveva fare e che non si è mai fatto. Di un regista che quando voleva farlo non glielo hanno lasciato fare e che quando poteva farlo non ha voluto lui. Abbiamo deciso di raccontarvi per bene questa storia.

Il film è Il viaggio di G. Mastorna, il regista è Federico Fellini, che aveva pensato la storia insieme all'amico Dino Buzzati. Fellini scrisse una prima sceneggiatura sotto forma di racconto e la depositò in Siae nel 1966. Si trattava di un progetto ambizioso che parlava di vita e di morte attraverso avvenimenti onirici e personaggi grotteschi. Il progatonista altri non poteva essere che Giuseppe Mastorna (detto Fernet). Un violoncellista, un uomo per bene di mezza età. Tutto ha principio con il nostro eroe che se ne sta seduto bello tranquillo su un aereo che sorvola l'Europa fino a quando un'avaria costringe il velivo a un atterraggio di emergenza davanti alla cattedrale di Colonia, in Germania. Mastorna scende dall'aereo e si trova sperso in una bufera di neve e viene condotto in un hotel con una slitta tirata dai cani. Qui inizia il fantastico viaggio di G. Mastorna, che prosegue fra incontri sempre più sorprendenti. La storia di G.Mastorna altro non è che la storia di un signor qualunque e del suo viaggio nell'aldilà, o come diceva Fellini "è la storia di un uomo che è morto, ma non lo sa."

La storia è meravigliosa e fortunatamente una piccola casa editrice di Macerata (la bellissima e nobilissima Quodlibet) ha provveduto a stampare il dattiloscritto che FF portò in Siae tantissimi anni fa. Guardate qua che bel libricino ne è uscito fuori!

Fellini alla fine dei 60's veniva dal successo mondiale di 8e1/2 e voleva buttarsi a capofitto "sul Mastorna." Nonostante il progetto fosse bello, originale e divertente, per tanti motivi Fellini non ha mai girato questo film. Si arrivò addirittura a scritturare attori (tra cui Ugo Tognazzi per la parte di Mastorna), comprare costumi e programmare i periodi per le riprese, ma non se ne fece nulla. Fu addirittura costruito l'aereo e la piazza di Colonia dove il film doveva iniziare. Fra queste mastodontiche scenografie abbandonate, avvolte dalla vegetazione selvatica, FF ha girato le spiritose e poetiche sequenze che trovate all'inizio del post (tratte dal documentario RAI Block-notes di un regista).

Il "Mastorna" ha partorito anche un fumetto intitolato Viaggio a Tulum nato dalla collaborazione fra Fellini e un altro suo grande amico, Milo Manara. Ma anche qui dopo la prima puntata che uscì nei 80's sulla rivista a fumetti il Grifo, Mastorna tornò nell'oblio.

Fellini è morto senza fare questo film e probabilmente il viaggio che doveva fare il suo piccolo eroe lo ha fatto lui.

Ma il viaggio di G.Mastorna è rimasto la quintessenza del "non-compiuto". Vincenzo Mollica lo definì: "il film non realizzato più famoso del mondo." Ma soprattutto il Mastorna, pur non diventando un film (anzi - proprio per questo!) è sopravvissuto come "idea", come "anèlito". Come qualcosa che non si saprà mai cosa sarebbe potuto essere, e quindi diventa leggenda, mistero: come i tesori dei pirati. Mastorna paradossalmente non è tanto la storia del violoncellista Giuseppe che va nell'aldilà, ma è la storia dell'idea di un film, che esce dal mondo della fantasia e va nell'aldiqua, cioè nel nostro mondo, senza diventare film, senza diventare un oggetto, ma rimanendo suggestione, racconto, sogno. (Addirittura Fellini nel video che potete vedere sopra trasforma "Mastorna" in un luogo! O meglio un non-luogo dove fluttuano personaggi strani: una specie di nuova civiltà variopinta e sprezzante).

Mastorna è in una parola tutto quello che è a metà strada fra la realtà e la fantasia, fra il mondo delle cose e il mondo dei sogni. Mastorna è la linea, il muro che divide, ma soprattutto il ponte che unisce, ma soprasoprattutto è il limbo dove galleggiano le invenzioni della mente, le storie appena nate.

A noi della Famiglia Mastorna ci piace immaginarci lì, intorno al nostro piccolo focolare, insieme ai nostri personaggi e alle nostre idee a fare ciò che ci piace di più, e cioè raccontare storie, inventare mondi e far vivere ciò che non esiste.

PS - Dalla sceneggiatura/racconto di Fellini dei ragazzi molto bravi hanno girato un film con la tecnica del rubamatic (cioè usando solo materiale di repertorio) che potete vedere qui.

PPS - Lasciamo qua in calce il Mastorna Blues scritto dal grande Bernardino Zapponi, sceneggiatore e amico di Fellini.

Mastorna, che il sogno di un

Pazzo ha appoggiato sull'erba.

Una città inutile dove nessuno

vive, dove nessuno

ama, lavora odia muore.

C'è un aeroplano inchiodato

che non può più sollevarsi

e le botteghe hanno porte

di legno che mai si apriranno.

Mastorna città triste e bella,

di una bellezza che amo sopra

ogni altra perché si chiama

Demenza.

Città di polvere e stracci , come

ogni cosa.

Io voglio morire a Mastorna,

essere sepolto in quella chiesa

di carta dove non entrano preti.